
In Italia, negli ultimi venti mesi, sono state impiantate ben 75.312 protesi mammarie per oltre 44 mila pazienti. Un dato che conferma quanto la chirurgia estetica del seno resti uno degli interventi più richiesti, spinto da motivazioni personali, estetiche o ricostruttive. Ma cosa cercano davvero le pazienti? E cosa significa oggi avere un “bel seno”?
Secondo i dati, le preferenze in fatto di taglie si concentrano in media su un aumento di una o due misure rispetto alla taglia naturale. Tuttavia, in alcune regioni – Puglia, Campania, Sardegna e Umbria – si è registrato un picco in cui fino al 5,2% degli impianti ha comportato un incremento di quasi tre taglie, una scelta che non sempre corrisponde ai canoni estetici considerati più armoniosi. Prima di tutto, è molto importante precisare che la grandezza non è il primo fattore per avere un bel seno. Il volume e le dimensioni contano relativamente, a fare la differenza sono le proporzioni.
Il rapporto 45:55
Il principio alla base della “bellezza ideale del seno” si basa su un rapporto proporzionale tra il polo superiore e quello inferiore:
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45% nella parte superiore,
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55% in quella inferiore.
Questa distribuzione crea un seno con una curvatura superiore leggermente concava e una parte inferiore piena e tondeggiante. Un equilibrio che non è solo estetico, ma quasi geometrico ed è il risultato di uno studio preciso delle proporzioni corporee.
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L’invito, quindi, è chiaro: guardare oltre la taglia e concentrarsi sull’armonia complessiva del corpo. Un seno bello non è necessariamente grande, ma ben proporzionato, naturale e in sintonia con la silhouette della persona.
In un’epoca in cui l’immagine ha un forte impatto sociale, è fondamentale educare a un’estetica più consapevole, in cui la chirurgia plastica diventi uno strumento per valorizzare, non stravolgere.